Un ricco volume di grande formato e caratteristiche di pregio, 400 pagine illustrate, stampate a colori, su carta patinata opaca di grammatura importante, con immagini a piena e doppia pagina. Il libro è fornito di un apparato critico sull’autore e le sue opere a cura di Sandro Barbagallo.
Sandro Barbagallo (Catania, 1973) conclusa la Scuola Speciale dell’Archivio Segreto Vaticano si laurea in Storia dell’Arte presso l’Università di Siena.
Perito d’arte e antiquariato del Tribunale di Roma, ha collaborato ad alcune grandi mostre al Vittoriano di Roma e curato monografie di artisti contemporanei. Dopo aver scritto decine di articolid’arte su «L’Osservatore Romano» e collaborato con «Il Giornale dell’Arte» come corrispondente dal Vaticano, dal 2012 è Curatore del Reparto Collezioni Storiche dei Musei Vaticani e dal 2015 anche del Museo del Tesoro Lateranense.
Autore, tra l’altro, de «Lo Zoo Sacro Vaticano» (CNR, 2007); «Gli animali nell’arte religiosa» (LEV, 2010); «L’Annunciazione nell’Arte» (Musei Vaticani, 2013); «San Giuseppe nell’Arte» (Musei Vaticani, 2013); «Maria, Madre della Misericordia» (Franco Maria Ricci – UTET, 2016); «I Musei Vaticani – Arte, Storia, Curiosità» (Focus Storia, 2016); «La Gendarmeria Vaticana, dalle origini ai nostri giorni» (San Paolo, 2017); «Leonardo Da Vinci Experience – L’Arte e le Macchine» (Lozzi Editori, 2018); «Le Madonne di Raffaello» (San Paolo, 2020); «Lo Spazio della Parola, L’ambone dell’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano» (LEV, 2022); dopo esser stato membro del Comitato Scientifico del Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia del 2013 e del Museo Collezione Paolo VI di Concesio (Brescia), dal novembre 2016 è consulente scientifico della Scuola d’Arti Applicate Andrea Fantoni di Bergamo, mentre dal 2021 fa anche parte della Commissione d’indirizzo per la valorizzazione del Palazzo Apostolico Lateranense.
Il suo nome era Pietro Vannucci, detto Pietro Perugino o semplicemente Il Perugino, nacque a Città della Pieve (PG) nel 1448,
morì cinquecento anni fa, nel 1523 a Fontignano (PG). Allievo del Verrocchio (assieme a Botticelli e Leonardo), e maestro di Raffaello che allevò nella sua organizzatissima bottega: bastano questi due dati della sua biografia e carriera artistica per considerarlo un emblema del Rinascimento italiano e in particolare, il più grande rappresentante della pittura umbra dei secoli XV e XVI. (Qui sopra il ritratto conservato presso la Galleria degli Uffizi a Firenze).
Già dai suoi contemporanei denominato « divin pittore » e dal grande banchiere e collezionista Agostino Chigi (1466 – 1520) « il meglio maestro d’Italia ». Lo Sposalizio della Vergine fu dipinto tra il 1501 e il 1504 originariamente per la cappella della reliquia del Santo Anello di Perugia. Tra le altre sue numerose opere, oggi sparse nei musei di tutto il mondo, è famosissimo il grande affresco nella cappella Sistina La consegna delle chiavi. In tale opera sperimenta la struttura del tempio alle spalle del sacerdote, poi ripresa da Raffaello nel suo Sposalizio della Vergine, oggi a Brera
Qui il link alla scheda scaricabile con l’analisi dell’opera.
Sposalizio della Vergine di Pietro Perugino
500 anni di Pietro Perugino, la storia dell’anello sacro