Le Logge di Raffaello, è il secondo volume della collana Monumenta Vaticana Selecta edito nel 2008. Qui scopriamo il genio impareggiabile di Raffaello Sanzio, maestro di una Bottega di artisti polivalenti, organizzati come una moderna impresa d’arte. L’Urbinate morì a soli 37 anni, ma le decorazioni delle sue Logge e gli affreschi biblici della volta, fecero scuola nei secoli ed ebbero fortuna in tutto il mondo, dalla copia esatta eseguita nell’Ermitage di San Pietroburgo alle citazioni decorative nei corridoi della Casa Bianca degli Stati Uniti a Washington.
Autrice del volume Le Logge di Raffaello: l’Antico, la Bibbia, la Bottega, la Fortuna, è Nicole Dacos, di origine belga, esperta e ricercatrice sull’arte rinascimentale.
Le Logge furono costruite da Bramante in tre ordini di gallerie sovrapposte prospicienti il cortile di San Damaso. Raffaello decorò soltanto la seconda, detta “la Loggia Bella”. Logge di Raffaello prese il nome plurale dall’insieme delle tre gallerie. Per realizzare l’opera (1517-1519), Raffaello si servì della sua Bottega, la più notevole e complessa impresa artistica di tutto il Cinquecento. Le Logge rappresentano, infatti, uno degli esiti più alti del genio artistico e organizzativo di Raffaello, certamente il più fortunato per l’immensa eco, che ebbe, dal Rinascimento sino al XX secolo.
Dalle Logge di Raffaello derivano due movimenti artistici che hanno avuto egualmente importanti sviluppi. Il primo nasce dalle decorazioni cosiddette “grottesche”, un omaggio all’Antico che Raffaello elabora studiando le decorazioni trovate nelle grotte della Domus Aurea, allora di recente scoperta. Il secondo movimento artistico scaturisce dal soffitto delle Logge, composto da 15 volte sulle quali gli artisti di Raffaello hanno magistralmente illustrato le principali scene della Bibbia. I testi sacri presentati in modo così vivace e immediato sono diventati “un modello” lungo i secoli, copiato e tramandato da illustri incisori per raccontare la Bibbia ai semplici, ai “poveri”, cioè agli illetterati.