Salus Populi Romani (in italiano «salvezza del popolo romano», nell’accezione di «protettrice») è il titolo dato nel XIX secolo all’icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino che si trova nella cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L’immagine appartiene alla tradizione delle icone attribuite a San Luca, ma in realtà secondo gli studi più recenti sarebbe opera di un autore anonimo datata tra il IX e il XII secolo. Rappresenta Maria con il figlio in braccio, che con una mano benedice e con l’altra tiene il libro. Di grandi dimensioni per un’icona (117 x 79 cm), è un dipinto. La Vergine, indossa un manto azzurro scuro filettato d’oro sopra ad una veste violacea, ed ha il Bambino Gesù in braccio che regge un libro con la mano sinistra, probabilmente un evangeliario, e con la destra fa un gesto di benedizione. La figura di Gesù inoltre, ha gli occhi rivolti verso la madre che invece si rivolge, con lo sguardo, direttamente all’osservatore.
Si tratta di una Madonna Odigitria, cioè colei che indica la via che è il Figlio. I volti della Madre di Dio e del Bambino sono di una bellezza affascinante: i loro occhi ci fissano in modo amorevole e penetrante. Nella mano sinistra Maria tiene un fazzoletto, pronta ad asciugare le lacrime di chi piangente si rivolge a lei per chiedere aiuto. Le lettere greche sullo sfondo sono le abbreviazioni di mèter theoù, “madre di Dio”, secondo la definizione del concilio di Efeso.
Papa Francesco nella Terza Domenica di quaresima del 2020, nel deserto di Roma, ha invocato questa icona affinché salvi l’umanità intera dal Coronavirus. L’icona è sempre stata oggetto di una particolare devozione da parte dei pontefici: nel 593 papa Gregorio I portò la portò in processione per far cessare la peste che in quel tempo imperversava su Roma. Nel 1571 papa Pio V pregò l’icona per implorare la vittoria nella battaglia di Lepanto. Nel 1837 papa Gregorio XVI l’ha invocata per chiedere la fine di una epidemia di colera.
“Signore, non lasciarci nella tempesta”
Un evento sicuramente straordinario, in un periodo particolare, dove il mondo è in ginocchio per la pandemia. Un momento di grazia straordinario che concede un’opportunità di vivere con fede e speranza questo tempo di sofferenza e paura.
E ad accompagnare questo speciale momento di preghiera sono proprio l’icona della Salus Popoli Romani e il Crocifisso della Chiesa di San Marcello al Corso, le due immagini che il Papa è andato a venerare domenica 15 marzo proprio per invocare la fine della pandemia. Due immagini legate entrambe alla preghiera per la cessazione di epidemie. Due immagini che esprimono l’amore totalmente donato e che chiedono di alzare gli occhi al Cielo e avere fede.
Il Libro delle Preghiere
Fotogallery dettagli dell’opera
Fotogallery della realizzazione dell’opera