Il polittico del Rosario è stato creato come edicola da tenere in casa per suggerire momenti di riflessione e preghiera. La casa, e con essa la famiglia, è stata chiamata dal Concilio Vaticano II chiesa domestica, con un richiamo esplicito alle prime comunità cristiane. Il polittico fa riferimento direttamente al Rosario o Salterio della Madonna, un’antica preghiera cristiana, alla portata di tutti.
“Dire il Rosario” consiste nel ripetere il saluto angelico (Ave Maria) centocinquanta volte, quanti sono i Salmi di Davide, intercalando ogni dieci “Ave” la preghiera del Signore (Padre nostro), e con una breve riflessione sui momenti salienti della vita di Gesù. Gli episodi che si meditano si chiamano misteri. La struttura del Rosario (il nome deriva dal latino rosarium, roseto), risale all’enciclica Consueverunt Romani Pontifices di Papa San Pio V, (17 settembre 1569).
Oggi i misteri sono diventati venti con l’aggiunta dei cinque “misteri della luce” tutti presenti nel Polittico. I nuovi misteri sono stati introdotti da Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre 2002).