Madonna della Pace – Con libro allegato

Madonna della Pace – Con libro allegato

L’OPERA

Conservata nella Pinacoteca Civica di San Severino Marche, la Madonna della Pace (olio su tavola, 1490 circa) è uno dei più grandi capolavori del Pinturicchio ed è considerata una delle opere fondamentali del Rinascimento umbro.

Se dolcezza e minuzia erano due elementi distintivi della pittura umbra di fine Quattrocento, Pinturicchio seppe portarli al sommo grado. Ritroviamo questi elementi espressi in tutto il loro valore nell’opera che presentiamo (particolare del quadro originale): c’è dolcezza nei fini lineamenti dei personaggi celesti, negli angeli che assistono alla scena, nel profilo delle colline che si stagliano sul fondo, con un borgo che s’affaccia sulle rive del fiume.

La Madonna della Pace è anche un capolavoro di minuzia fiamminga: lo è , anzitutto, per il modo di trattare lo stesso profilo delle colline, nette, a far da fondale assieme alle rocce scoscese e agli esili alberelli che scandiscono regolarmente la composizione in verticale, offrendo all’occhio equilibrio e bilanciamento. C’è minuzia nei nimbi che al di là del gioco delle decorazioni s’intravedono tra le fronde delle piante. C’è minuzia nelle gemme che adornano le vesti e nell’abbigliamento del Bambino, che non è nudo come nei dipinti dei pittori del Rinascimento toscano: è vestito di tutto punto come i bambini che il pittore vedeva nei mosaici di Santa Maria in Trastevere o di Santa Maria Nova o di altre antiche chiese romane, e qui indossa un pallio da antico romano, celeste e intessuto d’oro, posto sopra una dalmatica con bordature dorate. C’è minuzia nel globo crucigero che tiene con la sinistra, simbolo della sua supremazia sul mondo.

Quella di Pinturicchio è dunque, anzitutto, la pittura della delicatezza di forme, della ricchezza di dettagli, dell’eleganza formale e della raffinatezza esecutiva: il globo sembra diventare davvero una sfera di cristallo fragilissimo, i riverberi dorati delle vesti restituiscono davvero l’evidenza tattile d’un tessuto prezioso, la luce lieve che si diffonde uniforme è davvero quella d’un mattino di primavera in Umbria. Risulta difficile trovare difetti nella Madonna della Pace, apprezzata dalla critica d’ogni epoca. Un’opera destinata a rimanere impressa nella storia dell’arte.

L’AUTORE

Madonna della Pace. Con libro allegato 18Dolcezza e minuzia, delicatezza ed eleganza un capolavoro apprezzato in ogni epoca e riconosciuto universalmente.

Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio (Perugia, 1452 circa – Siena, 1513). Il soprannome di Pinturicchio (“pictoricius”,
cioè “piccolo pittore”) derivava dalla sua corporatura minuta: egli stesso fece proprio quel soprannome usandolo
per firmare alcune opere (qui a fianco l’Autoritratto, conservato nella Cappella Baglioni a Spello). Artista completo, padroneggiava sia l’arte della pittura su tavola, che l’affresco e la miniatura, lavorando per alcune delle più importanti personalità del suo tempo. Fu uno dei grandi maestri della scuola umbra del secondo Quattrocento, insieme a Pietro Perugino, di cui fu allievo, e al giovane Raffaello.

Lasciò Perugia negli anni della sua formazione per andare a Roma e fu qui che ottenne i primi incarichi davvero importanti. In particolare fece parte della squadra incaricata di affrescare la Cappella Sistina. Nell’imponente lavoro si ritrovò a fianco di artisti quali Luca Signorelli, Sandro Botticelli, Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio e Cosimo Roselli. Gli interventi del Pinturicchio riguardano i riquadri con Il viaggio di Mosè e con il Battesimo di Cristo.

Eletto al soglio pontificio Innocenzo VIII (1484), Pinturicchio entrò al suo servizio in Vaticano, con l’incarico di dipingere una serie di Vedute di città italiane. Successivamente, quando papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, decise di rinnovare e abbellire il cosiddetto Appartamento Borgia (sei grandi stanze nei palazzi pontifici) ne affidò i lavori di decorazione interna al Pinturicchio. Si trattò dell’impresa più impegnativa della sua carriera, un progetto artistico vasto ed ambiziosamente unitario, senza precedenti nell’Italia rinascimentale, fatta eccezione per il ciclo della Cappella Sistina

Rientrato in Umbria, nel 1502 l’allora vescovo di Siena, poi divenuto papa Pio III, affidò a Pinturicchio la decorazione di un ambiente del Duomo di Siena, detto Libreria Piccolomini. Innumerevoli furono le opere a lui commissionate successivamente sempre nella città di Siena. L’ultimo importante incarico, però, fu ancora a Roma presso Santa Maria del Popolo dove venne chiamato da papa Giulio II per affrescare la volta del coro. Rientrato poi a Siena, vi morì nel 1513.

IL LIBRO ALLEGATO: PADRI MADRI FIGLI

Storie di famiglie nella Bibbia di Gianfranco Ravasi

Mons. Gianfranco Ravasi, nato nel 1942 a Merate, in Brianza, è ordinato sacerdote nel 1966. Prosegue i suoi studi presso la Pontificia Università Gregoriana, con la laurea in Teologia; presso il Pontificio Istituto Biblico, dove ottiene la licenza in Sacra Scrittura e quindi la laurea in Archeologia presso l’Università ebraica di Gerusalemme. A lungo è docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale e di ebraico nel Seminario Arcivescovile milanese. Dal 1989 al 2007 è prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Nel settembre 2007, dopo essere stato nominato da Benedetto XVI presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e delle Pontificie Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra, è stato ordinato arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare. Nel 2010 è stato creato cardinale sempre da papa Benedetto XVI. Collabora con i quotidiani L’Osservatore Romano, Il Sole 24 Ore, Avvenire, con il settimanale Famiglia Cristiana e con il mensile Jesus ed è autore di numerosissimi volumi di studio.

PAPA FRANCESCO E LA MADONNA DELLA PACE SAN PAOLO PATRIMONIO

Madonna della Pace. Con libro allegato 19Il Papa benedice la nostra riproduzione della Madonna della Pace. Un Nunzio Apostolico l’ha voluta donare al Papa che l’ha subito appesa in un corridoio di Casa Santa Marta. La fotografia riprende il Santo Padre mentre benedice l’opera che l’ha colpito, in maniera particolare, per il fatto che il Bambino nel dipinto tiene nella mano sinistra il Globo, espressione del suo potere sulla Terra e per la dolcezza del volto della Madonna.

 

 

 

 

 

FOTOGALLERY DETTAGLI DELL’OPERA

IMMAGINI DELLA LAVORAZIONE DELL’OPERA