Madonna del Giubileo

Madonna del Giubileo

Michelangelo Merisi, Caravaggio, dipinse la Madonna dei Pellegrini o di Loreto intorno agli anni 1604-1606. Il dipinto a olio su tela (cm 260 x 150) è conservato nella Cappella Cavalletti della Basilica di Sant’Agostino a Roma.

In primo piano due pellegrini, un uomo e una donna non più giovani, sono inginocchiati con le mani giunte di fronte a Maria che tiene stretto a sé il suo giovane figlio. La Madonna è in piedi e come loro scalza; è sulla soglia della porta che richiama quella della Santa Casa di Loreto. Nonostante il discreto peso del bambino, la figura della Madre celeste sembra levitare e le sue gambe incrociate simulano un leggero passo di danza.

La sua è una visione molto diversa da quella tradizionale di Maria che siede trionfante tra nuvole e schiere di angeli. La giovane donna ritratta nel quadro è Maddalena Antognetti (detta Lena), cortigiana di casa presso ricchi notabili e cardinali, modella anche per la Madonna dei Palafrenieri ed altre opere. Dei due pellegrini, soprattutto la donna riceve sul volto la piena luce che taglia in diagonale la tela e che, dopo aver illuminato il viso della Madonna e il Bambino, le evidenzia le rughe dell’età.

L’osservatore attento coglie nei due pellegrini un diverso atteggiamento di preghiera: supplice quello dell’uomo; gioiosamente contemplativo quello dell’anziana donna, estasiata mentre guarda Gesù benedicente. Più ci soffermiamo sui particolari di questo capolavoro e più scopriamo la straordinaria abilità del pittore che ci rimanda all’anima dei soggetti, al di là dei modelli umani che lo hanno aiutato nella rappresentazione.

Caravaggio ha saputo trarre dai poveri e dal popolo l’intensità dell’incontro che conclude il pellegrinaggio degli umili che vivono in ogni epoca l’esperienza del Giubileo. E noi siamo spettatori di un evento di misericordia, come lo era stato per il pittore, in quel lontano 1600, e per i suoi committenti, devotissimi della Madonna di Loreto.

Un Giubileo, in verità, passato alla storia come “festa barocca” fatta di processioni e di cortei papali e nobiliari, ma anche di popolani dai piedi sporchi di terra. Su questi ultimi protagonisti e sulla loro spiritualità semplice e intensa si sofferma l’occhio umanissimo dell’artista, e noi con lui.

 

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