La vocazione di San Matteo

La vocazione di San Matteo

Con questa opera voglio condividere un momento speciale, un incontro che arricchisce e riempi di significato la vita. Il Santo Padre Papa Francesco, nell’anno 2018, ha voluto per la Sua dimora, la riproduzione di un dipinto da lui tanto amato, realizzata da un Genio assoluto dell’arte: Michelangelo Merisi da Caravaggio.” (Stefano Lazzari – Bottega Artigiana Tifernate)

L’esemplare n.0 di questa opera è stato commissionato da papa Francesco ed è stato posto nella sua abitazione privata a Santa Marta, in Vaticano. Il quadro è realizzato in 199 esemplari numerati e certificati.

La Vocazione di san Matteo, custodita a Roma nella chiesa di San Luigi dei Francesi. è un dipinto ad olio su tela di grandi dimensioni (3 metri e 22 cm per 3 metri e 40) realizzato da Caravaggio intorno al  1599. Fu commissionato dal  cardinale Matteo Contarelli, nella cui omonima cappella è tutt’oggi custodito. L’opera fa parte di un gruppo di tre quadri destinati alla stessa cappella. In esso vi è raffigurato l’episodio evangelico in cui il pubblicano (esattore delle imposte) Levi, poi rinominato Matteo, abbandona il suo lavoro per seguire Gesù che lo chiama. Matteo è seduto al tavolo insieme con altri quattro esattori, intenti a contare il denaro: tutt’e cinque abbigliati con abiti contemporanei del pittore, mentre Gesù e Pietro, che irrompono dalla destra, vestono abiti propri della loro epoca. E’ una delle prime volte che si ambienta un eventi sacro nel presente e lo si dipinge con estremo realismo. Sempre da destra, un fascio di luce illumina parzialmente l’ambiente e i personaggi, lasciandone la maggioranza nell’oscurità. Ad accrescere l’effetto drammatico della scena: il braccio teso con il dito di Gesù puntato su Matteo; l’infisso a croce della finestra; il gesto di Matteo che indica se stesso con fare interrogativo; la figura di Pietro davanti a Gesù; le espressioni di sorpresa o indifferenza degli altri uomini. La Vocazione di san Matteo costituisce  un punto di svolta rivoluzionario nel modo in cui Caravaggio illumina le sue opere: d’ora in poi la luce diventa “direzionale”, provenendo dall’esterno e da diverse angolazioni. Nei quadri precedenti la sua pittura è ancora “chiara”, le immagini stanno sullo sfondo nette e senza contrasti, la luce è per lo più diffusa.
Il dipinto è ricco di metafore: dominante quella della Grazia divina che investe tutti, ma solo uno risponderà alla chiamata di Gesù, trasposizione pittorica del libero arbitrio: ogni uomo può scegliere se seguire o no la via della salvezza. Le radiografie eseguite sul dipinto nel corso dei restauri del 1939 e 1965 hanno rivelato che la figura di Pietro è stata aggiunta in un secondo momento, per inserire un riferimento alla Chiesa, quale mediatrice tra Dio e l’uomo.

Il quadro è stato riprodotto con un rapporto di 1 a 4 rispetto all’originale. La sua esecuzione è stata svolta cercando di impiegare le tecniche ed i materiali utilizzati dall’artista, anche grazie a un esame e studio dell’originale lungo e particolareggiato effettuato sul luogo dove da sempre è collocato. Ogni copia è stata realizzata a mano,  utilizzando colori ad olio e materiali esclusivamente naturali, con il supporto della tecnica pictografica che ne garantisce l’esattezza delle forme e dei colori. La cura manuale è stata estesa anche alla cornice, in pregiato legno massello di Jeloutung, resistente ai tarli, che è stata rifinita con doppio passaggio a mano di tempera rossa e successiva marmorizzazione manuale.

Bergoglio fa risalire la propria vocazione sacerdotale proprio al giorno di San Matteo di 65 anni fa, il 21 settembre 1953, tanto che il motto di papa Francesco, miserando atque eligendo, è tratto dalle omelie di San Beda il Venerabile che, nel commentare l’episodio evangelico della vocazione di San Matteo, scrive: «Vidit ergo lesus publicanum et quia miserando atque eligendo vidit, ait illi Sequere me» (Vide Gesù un pubblicano e siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: Seguimi).
«Capire la misericordia del Signore», conclude Francesco, «è un mistero; il mistero più grande, più bello, è il cuore di Dio. Se tu vuoi arrivare proprio al cuore di Dio, prendi la strada della misericordia, e lasciati trattare con misericordia». (da “Famiglia Cristiana” 21/09/2018 Il Papa celebra la Messa nella festa di San Matteo).

La presentazione delle opere è stata affidata al Prof. Sandro Barbagallo, direttore delle collezioni storiche dei musei vaticani e del tesoro di San Giovanni in Laterano.

 

VIDEO DI PRESENTAZIONE DELL’OPERA

 

FOTOGALLERY SULLA PRESENTAZIONE A PAPA FRANCESCO

 

FOTOGALLERY SULLA LAVORAZIONE