GLI HORTI DEI PAPI

GLI HORTI DEI PAPI

Gli Horti dei Papi, I Giardini Vaticani dal Medioevo al Novecento, di Alberta Campitelli, è il terzo volume della collana di volumi d’arte Monumenta Vaticana Selecta, editi in collaborazione con i Musei Vaticani e la Libreria Vaticana.

Pur celeberrimi, i Giardini Vaticani mancavano di uno studio che li inserisse come pietra miliare nella storia del giardino occidentale e nella storia dell’arte; con questo volume l’Autrice ci ricorda che non si può parlare dei famosi “giardini romani”, interni alla città di Roma e nella campagna, senza sapere che prima di essi sorsero già nel Duecento i Giardini Vaticani, entro la cinta muraria fatta costruire da Leone IV (Papa: 847-855).

Il segreto della lunga storia dei Giardini Vaticani è la fede che vi è nascosta, e che si rivela attraverso il ricordo biblico della Creazione: le piante rare, l’area chiusa dove scorre l’acqua e l’uomo che vi abita sono simboli dell’Eden, il giardino delle origini, il Paradiso terrestre.

Questo libro ricostruisce la storia, in parte sconosciuta, di quei territori che rappresentano anche gli scontri fra le culture di potenti Pontefici. E’ la storia degli ultimi ottocento anni di quei quarantaquattro ettari di terreno collinoso che sono diventati il Vaticano.

I CONTENUTI

L’opera ripercorre tutta la storia dei Giardini Vaticani, evidenziando realizzazioni, esperimenti e trasformazioni che concernono ventidue dei quarantaquattro ettari totali della Città del Vaticano. È stato possibile ricostruire le origini dei giardini e la presenza di una collezione di piante tale da farli considerare il più antico orto botanico d’Italia, grazie ad una vasta ricerca di documenti originali. Nella storia dei giardini sono evidenziati i significati simbolici, la compresenza di attività produttive il ruolo di decoro ma anche quello di supporto scientifico alle scienze botaniche. Curatori dei giardini furono Michel Mercati che nel 1571 costruì un nuovo orto botanico composto da ben 470 diverse specie di piante e l’insigne Direttore Johannes Faber che, chiamato da Paolo V, importò piante dall’America, da Costantinopoli e da Alessandria d’Egitto. L’importanza dell’acqua, sia come elemento simbolico e sia come vita per le piante e le fontane, percorre tutta la storia, soprattutto dopo la conduzione dell’Acqua Paola (acquedotto pontificio) e la realizzazione delle spettacolari e scenografiche fontane volute da Paolo V. Altrettanto interessante è la ricostruzione delle pratiche di giardinaggio, degli interventi in prima persona dei pontefici giardinieri, come Leone XIII che si occupa della vigna, fino alla eliminazione di ogni elemento di ruralità per destinare tutto lo spazio a disposizione della bellezza e del decoro. Il volume si conclude con gli interventi di Pio XI che, dopo il Concordato del 1929, ha realizzato numerosi edifici, fontane, nuovi giardini che vedono il trionfo del giardino all’italiana. Del passato resta un viale con gli ulivi, che ricorda Cristo e la sua preghiera prima della Passione; ed un piccolo orto che le Suore curano per la mensa del Papa. L’ultimo capitolo dell’opera è dedicato alle ville dove i Pontefici villeggiavano, prima che la Villa di Castel Gandolfo, diventasse residenza estiva ufficiale.

L’AUTORE

Alberta Campitelli, architetto, è Dirigente dell’Ufficio Ville e Parchi storici della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma. Tiene periodicamente conferenze e seminari presso importanti corsi di specializzazione in Architettura e Storia dell’Arte.

Ha curato importanti mostre promosse dal Comune di Roma e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.